Ivan è un assassino russo che esegue gli ordini della Tambovskaja, un potente gruppo mafioso il cui leader è Roman, il suo migliore amico. Ha il compito di uccidere un uomo, ma la figlia Ania si interpone sul suo cammino e nella sua vita, con una proposta che non potrá rifiutare per salvarsi la vita.
Superato l’iniziale scetticismo causato dal contesto in cui sono raccontati i fatti, la lettura diventa una necessità per scoprire ciò che accade ai due protagonisti nelle loro complicate vite.
Il narratore in terza persona racconta la storia con un punto di vista soggettivo, che si alterna in ogni capitolo tra i due protagonisti, Ivan e Ania. Una buona scelta che permette di avvicinarsi un poco, ma non troppo, ai pensieri dei due assassini, mantenendo in questo modo un certo distacco dalle loro emozioni che costantemente cercano di nascondere per il loro modo di essere e di vivere.
Per quanto riguarda i personaggi, l’autrice ha scavato nella loro psiche, nella loro natura e nelle loro abitudini, riuscendo a trasmettere una immagine abbastanza chiara dei loro comportamenti ed aspetto fisico.
Tra gli altri elementi che compongono la storia: il tempo, i dialoghi e le descrizioni, quest’ultimo è maggiormente sviluppato e permette di focalizzare mentalmente i luoghi in cui si muovono i protagonisti, che rendono interessante la lettura.