Germania, fine anni Cinquanta. Michael Berg è un adolescente di quindici anni che un giorno conosce ad una trentenne bionda, dagli occhi azzurri, di nome Hanna Schmitz. Tra i due nasce una intensa attrazione fisica che coltivano nell’appartamento di lei seguendo un preciso rituale in cui si bagnano nella vasca, fanno l’amore e Michael legge ad alta voce i classici della letteratura tedesca. Poi però un giorno Hanna lascia il suo appartamento senza dire nulla e Michael si dispera. Cerca di dimenticarla, si butta a capofitto negli studi universitari in giurisprudenza e, dopo alcuni anni, la rivede in un’aula di tribunale, dove Hanna è accusata di crimini di guerra.
Una storia autobiografica raccontata in maniera lucida e scorrevole in prima persona che incuriosisce, pagina dopo pagina, fino al commovente finale.
Il narratore in prima persona esprime chiaramente i propri pensieri ed emozioni, ed in questo modo offre anche una visione parziale del punto di vista dell’antagonista della storia e permette al lettore di comprendere meglio la complicata relazione tra i due protagonisti. I personaggi sono ben definiti, ed è facile immedesimarsi nelle loro vite. I dialoghi sono pochi, ma con il discorso indiretto, il narratore riesce allo stesso modo a trasmettere stati d’animo e a mantenere alto l’interesse nella lettura.